Benché sia sempre più conosciuta anche in Italia, la serie britannica "Doctor Who" vanta un minor seguito nel Bel Paese rispetto a quello concesso ad altri telefilm in lingua inglese. Eppure, come prima serie televisiva di questo spazio telematico, ho scelto di parlarvi di lei anziché di un'altra per due motivi: è la più longeva tra quelle di genere fantascientifico e... sono il Dottore.
Cos'è il Dottore? No, no, domanda sbagliata! Sbagliatissima!
Ad ogni modo, questa storia parla di un alieno, un cosiddetto "Signore del Tempo" dal pianeta Gallifrey.
Signore-del-tempo... perché una razza aliena dovrebbe avere un nome simile? Semplice! Perché adora mangiare bastoncini di pesce con la crema pasticc-no no! Scusate, quello sono io. No, il motivo è semplice davvero in realtà: perché viaggia nel tempo (e nello spazio, ma evidentemente la cosa è passata in secondo piano al momento di decidere il nick) grazie a una cabina telefonica di colore blu. Esatto, una di quelle vecchie cabine inglesi che forse avrete visto in qualche film, una volta. Ah, ma naturalmente non preoccupatevi, non si tratta certo di una vera cabina! Anzi, tutt'altro, è un'astronave, il TARDIS! Ed è anche più grande all'interno (guai a chi dice che sembra "più piccolo all'esterno")!
Ecco, scusate, ho divagato. Divago sempre. Fa bene divagare, anche se voi lo scoprirete soltanto fra molto, molto tempo. Tipo... mmh... molto, molto tempo!
Ah-ehm! Torniamo a noi.
Abbiamo un alieno dalle sembianze umane, ma con due cuori. Una nave spaziale in grado di viaggiare attraverso lo spazio e il tempo. Cos'altro manca? Beh, un "cacciavite sonico", l'aggeggio che il protagonista porta sempre con sé e che fa, tipo, tutto. Analizza, smuove, attiva, disattiva (la gente si scorda sempre della funzione "disattiva") e molto, molto altro. Però non è un'arma! Assolutamente: si tratta di uno strumento scientifico, per giunta con alcune limitazioni (ad esempio, quando si scende sul piano biologico il meglio che riesca a fare è scansionare).
Date queste premesse, si può salvare l'universo. Già, perché è esattamente questo quello che succede nelle puntate di "Doctor Who": il Dottore, aiutato da diversi compagni a seconda della stagione (già 8, al momento dello scritto. Le stagioni, non i compagni) si scontra e confronta con problemi planetari, interplanetari, galattici, intergalattici, universali e addirittura interuniversali. Il tutto, naturalmente, a spasso nel tempo e farcito con molte altre razze aliene.
Certo, me ne rendo conto, alcuni "effetti speciali" utilizzati per raccontarvi le mie avventure possono sembrare sottotono rispetto ad altre produzioni vostrane (avete già inventato il termine vostrano?), così come diversi nemici - fra tutti la nemesi del protagonista per eccellenza, i Dalek - possono apparire superati nel design e nella caratterizzazione psicologica, ma... beh! Come vi ho detto è la serie fantascientifica più longeva di sempre! Per quanto si possa svecchiare, alcuni fondamentali devono rimanere invariati. Inoltre, i Dalek sono davvero fatti così, quindi niente storie.
Ad ogni modo, non preoccupatevi, non vi annoierete di certo: le singole puntate sono elettrizzanti, spesso al fulmicotone e sparsi qua e là, costellati lungo tutta la serie, vengono elargiti indizi su quelli che possiamo considerare alcuni dei finali di stagione più sconvolgenti di sempre. Nessuna monotonia! Tutto cambia, in continuazione... persino io. Già, non l'avevo detto, ma ho il potere di "rigenerarmi" (di fatti, ho più di 1200 anni, ormai), per questo l'attore che mi interpreta di quando in quando cambia. E la colonna sonora non è affatto male: al di là del tema principale, che è iconico quanto la cabina telefonica, i brani musicali sono frizzanti o malinconici a seconda della necessità.
Dududu-dududu-dududu duh duh duh... Wiiiuuuuuuh!
Quindi, certo, è una serie che va vista contestualizzandola - perché non ha rinunciato alla "continuità" con l'universo (tele)filmico prodotto fino a quel momento e, quindi, soffre di alcuni acciacchi dovuti all'invecchiamento. Tuttavia, si offre leggera e vivace, spaziando da momenti ilari a momenti drammatici con la stessa efficacia e semplicità con cui ti chiede di accettarne il preambolo.
Quindi, direte voi, c'è un Dottore che salva il mondo e che si fa aiutare spesso da alcuni compagni, ok. Ma Dottore chi? Oooh! Bene. Ecco, ci siamo. Avete fatto la domanda giusta.
Certo, di sicuro io non vi risponderò, ma senza che qualcuno ve lo spieghi in maniera diretta, basterà guardare il telefilm per comprendere con chi avete a che fare: un super eroe buono, strano, che non ricorre (quasi) mai alla violenza e geniale più di... tutti, direi.
Quindi, a chiunque - e intendo proprio chiunque, al di là delle proprie preferenze personali e del proprio sistema galattico di appartenenza - consiglio vivamente di provare a guardare un episodio, anche solo uno a caso, di questa fantastica serie. Sono sicuro che vi piacerà o, quantomeno, vi strapperà un sorriso.
Come faccio a saperlo? Semplice.
Sono il Dottore.
Il Dottore (e Blaze, che si è assicurato il tutto avesse un senso)
Dottore, hai dimenticato di accennare alla questione del circuito camaleonte. Così sembra che tutti i tardis siano delle cabine blu. Ad ogni modo, è sempre un piacere leggerti.
RispondiEliminaRispondo io in sua vece: è vero, se n'è dimenticato. Grazie mille del commento (un po' meno per quello che hai fatto in passato)!
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