venerdì 2 settembre 2016

BlogScreen: Suicide Squad




Ho visto questo film da un po' e vi porto la recensione con colpevole ritardo, ma di tutto e di più è già stato detto: chi lo odia, chi lo salva al pelo, chi lo adora. Onestamente, io non saprei bene dove posizionarmi, ma condivido le obiezioni e i pregi riconosciuti finora.
È un film che dura abbastanza, sulle due ore, ma non ci si accorge dell'effettiva lunghezza; non tutto il film, però, mantiene alto il livello di interesse nello spettatore.
È pieno di assurdità e più di qualche punto debole, ma in fondo stiamo parlando di una storia adattata dai fumetti e trasmessa al cinema per l'idea alla base, molto interessante (un team di soli cattivi? Sulla carta è valida, non fosse che poi non si riesce a giustificarne la necessità senza scadere nella banalità...).
Ci sono buone recitazioni, affiancate da alcune non proprio eccelse ed altre sopravvalutate: Will Smith, giusto per fare un esempio, a mio parere salva e arricchisce un personaggio altrimenti insipido come Deadshot, mentre Margot Robbie, che pure dimostra talento, calca un po' troppo la mano sulla caratterizzazione del suo personaggio e finisce per renderlo poco appetibile (e qui, uno stuolo di fan di lei e di Harley Quinn – e soprattutto di lei nei panni di Harley Quinn – mi falcidierà: migliora le cose aggiungere che l'ho trovata perfetta nelle scene dedicate ai flashback?). Jared Leto, da questo punto di vista, centra meglio il bersaglio, benché sia aiutato da un numero di minuti su schermo complessivamente inferiori a quelli dell'attrice, cosa che gli impedisce di stufare lo spettatore. I personaggi, però, servono a poco, nel contesto creato: solo un paio di loro hanno “veri” superpoteri e solo uno può fare realmente la differenza contro il cattivone di turno. Gli altri finiscono inevitabilmente per colorare lo schermo con le loro psichedeliche personalità.

Il problema di fondo, infatti, non sono tanto gli attori, quanto i ruoli interpretati e le frasi che vengono messe loro in bocca. Non che la recente ondata di film supereroistici abbia offerto finora dialoghi degni di un dramma Shakespeariano, ma non ricordo di aver mai sentito un tale numero di banalità, controsensi pregni di moralità spicciola e gag “mache” tutte in una volta.
La storia, di per sé, parte da premesse interessanti: una banda di cattivi obbligata a servire il governo, allestita allo scopo di affrontare missioni non alla portata delle forze armate e, per questo, probabilmente suicide (da cui il titolo, immagino)... e qui sorge il primo problema: se la domanda è “Come fermiamo un ipotetico Superman cattivo?”, la risposta non può certo essere questa. Il fumetto, da quel poco che ho carpito in giro per la rete, aveva una motivazione più solida.
Il tutto è sviluppato in maniera un po' troppo lineare, senza grossi colpi di scena e nessun vero momento di pathos. L'unico picco di tensione, anzi, mi è parso anche il punto più debole della sceneggiatura: una conversazione tra i protagonisti che mette in mostra un nocciolo di bontà dietro le loro maschere violente. Un sentimento, coadiuvato da un passato doloroso, che mal si sposa col loro ruolo di grandi cattivi.

Mettiamolo in chiaro, il film mi è piaciut... piaciucchiato, diciamo. L'ho trovato interessante e, soprattutto, mi ci sono sollazzato senza troppi fastidi. Si poteva fare meglio, certo.
Ora, io non sono uno sceneggiatore e non avrei il diritto di criticare il lavoro altrui – specie se esiste un canovaccio di fondo da rispettare – ma come consumatore posso fare le mie osservazioni e chiarire che, pur non sapendo molto del fumetto originale, è normale che il pubblico odierno si aspetti qualcosa di meglio: antagonisti più carismatici, per fare un esempio (una modella che danza in modo stupido e un gigante tutto muscoli e niente cervello? Davvero?), e protagonisti pseudo-malvagi meno macchiette.
Il più grosso limite di Suicide Squad, comunque, rimane probabilmente l'incapacità di sfruttare appieno il potenziale a disposizione. L'idea, il cast, i moderni effetti speciali (già che si parla di film supereroistici, o meglio superantieroistici)... molte cose, insomma, facevano ben sperare. Ci si ritrova tra le mani un prodotto che punta tutto sul carisma dei principali componenti della squadra (e del Joker), sciorinandolo in modo piuttosto efficace per la prima metà della pellicola, finendo però col trascurare tutti quegli elementi che avrebbero potuto rendere buona anche la seconda... o quantomeno salvarla.
Un film, insomma, dalla grande personalità, che però si “suicida” proprio per la voglia di far risaltare il suo estro a scapito di tutto il resto.
Divertente da vedere, magari a casa, ma lascia un po' di amaro in bocca, specialmente a chi, come me, è felice del successo del filone supereroistico degli ultimi anni e gradirebbe vederlo sempre più alla ribalta.

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