Ho visto
questo film da un po' e vi porto la recensione con colpevole ritardo,
ma di tutto e di più è già stato detto: chi lo odia, chi lo salva
al pelo, chi lo adora. Onestamente, io non saprei bene dove
posizionarmi, ma condivido le obiezioni e i pregi riconosciuti
finora.
È un film
che dura abbastanza, sulle due ore, ma non ci si accorge
dell'effettiva lunghezza; non tutto il film, però, mantiene alto il
livello di interesse nello spettatore.
È pieno di
assurdità e più di qualche punto debole, ma in fondo stiamo
parlando di una storia adattata dai fumetti e trasmessa al
cinema per l'idea alla base, molto interessante (un team di soli
cattivi? Sulla carta è valida, non fosse che poi non si riesce a
giustificarne la necessità senza scadere nella banalità...).
Ci sono
buone recitazioni, affiancate da alcune non proprio eccelse ed altre
sopravvalutate: Will Smith, giusto per fare un esempio, a mio
parere salva e arricchisce un personaggio altrimenti insipido come
Deadshot, mentre Margot Robbie, che pure dimostra talento,
calca un po' troppo la mano sulla caratterizzazione del suo
personaggio e finisce per renderlo poco appetibile (e qui, uno stuolo
di fan di lei e di Harley Quinn – e soprattutto di lei nei panni di
Harley Quinn – mi falcidierà: migliora le cose aggiungere che l'ho
trovata perfetta nelle scene dedicate ai flashback?). Jared Leto,
da questo punto di vista, centra meglio il bersaglio, benché sia
aiutato da un numero di minuti su schermo complessivamente inferiori
a quelli dell'attrice, cosa che gli impedisce di stufare lo
spettatore. I personaggi, però, servono a poco, nel contesto creato:
solo un paio di loro hanno “veri” superpoteri e solo uno
può fare realmente la differenza contro il cattivone di turno. Gli
altri finiscono inevitabilmente per colorare lo schermo con
le loro psichedeliche personalità.
Il problema
di fondo, infatti, non sono tanto gli attori, quanto i ruoli
interpretati e le frasi che vengono messe loro in bocca. Non
che la recente ondata di film supereroistici abbia offerto finora
dialoghi degni di un dramma Shakespeariano, ma non ricordo di aver
mai sentito un tale numero di banalità, controsensi pregni di
moralità spicciola e gag “mache” tutte in una volta.
La storia,
di per sé, parte da premesse interessanti: una banda di cattivi
obbligata a servire il governo, allestita allo scopo di affrontare
missioni non alla portata delle forze armate e, per questo,
probabilmente suicide (da cui il titolo, immagino)... e qui sorge il
primo problema: se la domanda è “Come fermiamo un ipotetico
Superman cattivo?”, la risposta non può certo essere questa.
Il fumetto, da quel poco che ho carpito in giro per la rete, aveva
una motivazione più solida.
Il tutto è
sviluppato in maniera un po' troppo lineare, senza grossi colpi di
scena e nessun vero momento di pathos. L'unico picco di tensione,
anzi, mi è parso anche il punto più debole della sceneggiatura: una
conversazione tra i protagonisti che mette in mostra un nocciolo di
bontà dietro le loro maschere violente. Un sentimento, coadiuvato da
un passato doloroso, che mal si sposa col loro ruolo di grandi
cattivi.
Mettiamolo
in chiaro, il film mi è piaciut... piaciucchiato, diciamo. L'ho
trovato interessante e, soprattutto, mi ci sono sollazzato
senza troppi fastidi. Si poteva fare meglio, certo.
Ora, io non
sono uno sceneggiatore e non avrei il diritto di criticare il lavoro
altrui – specie se esiste un canovaccio di fondo da rispettare –
ma come consumatore posso fare le mie osservazioni e chiarire che,
pur non sapendo molto del fumetto originale, è normale che il
pubblico odierno si aspetti qualcosa di meglio: antagonisti più
carismatici, per fare un esempio (una modella che danza in modo
stupido e un gigante tutto muscoli e niente cervello? Davvero?), e
protagonisti pseudo-malvagi meno macchiette.
Il più
grosso limite di Suicide Squad, comunque, rimane probabilmente
l'incapacità di sfruttare appieno il potenziale a disposizione.
L'idea, il cast, i moderni effetti speciali (già
che si parla di film supereroistici, o meglio superantieroistici)...
molte cose, insomma, facevano ben sperare. Ci si ritrova tra le mani
un prodotto che punta tutto sul carisma dei principali componenti
della squadra (e del Joker), sciorinandolo in modo piuttosto efficace
per la prima metà della pellicola, finendo però col trascurare
tutti quegli elementi che avrebbero potuto rendere buona anche la
seconda... o quantomeno salvarla.
Un film,
insomma, dalla grande personalità, che però si “suicida”
proprio per la voglia di far risaltare il suo estro a scapito
di tutto il resto.
Divertente
da vedere, magari a casa, ma lascia un po' di amaro in bocca,
specialmente a chi, come me, è felice del successo del filone
supereroistico degli ultimi anni e gradirebbe vederlo sempre più
alla ribalta.

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