venerdì 27 febbraio 2015

RadioBlog 5

In attesa del post che dovrei pubblicare nel weekend, eccovi un altro appuntamento con la musica!


Certe colonne sonore dei film lasciano il segno, ma che dire delle canzoni che ne fanno parte e che spesso accompagnano i titoli di coda?
Beh, non di rado mi capita di trovare questi simpatici motivetti orecchiabili e, più o meno scientamente, commerciali.
Nulla di male, fin qui, ma capita di quando in quando che venga fuori un pezzo davvero unico, una canzone capace di farti restare lì, a sala del cinema quasi vuota, per finire di ascoltarla.
Questo mi successe con The Last Goodbye di Billy Boyd. Diamine, il ragazzo ne ha di talenti: al di là delle sue ottime capacità recitative, aveva già dato prova di saperci fare con le corde vocali nella trilogia del Signore degli Anelli.
Questo brano mi trasmette una bella sensazione di serenità, anche se di sicuro giocano a suo favore i ricordi che lo accompagnano! Decisamente adatto al ruolo di congedo di una "saga". Ascoltatelo e fatevi ispirare!

venerdì 20 febbraio 2015

RadioBlog 4

House Of The Rising Sun - The White Buffalo & The Forest Rangers: http://youtu.be/WptXDgJ_5qA

Il brano che vi propongo oggi l'ho ascoltato la prima volta durante il finale della quarta stagione della celebre serie televisiva Sons of Anarchy. L'ho scelto perché anche se il ritmo cadenzato e malinconico potrebbero accompagnare tranquillamente una giornata no -e difatti il testo è tutt'altro che "felice"- a me suscita anche un altro genere di sensazione, più nascosta e difficile da esaltare, adatta a un giorno ancora da scoprire come quello di oggi: la costanza e la sicurezza in se stessi. Una carica segreta, ma non fracassona ed esplosiva... piuttosto calma e costante, serena, che accompagna con pacata determinazione i miei passi.
Dico questo per ricordarci, anche prima di verificare che tipo di mattina sarà, che se vogliamo possiamo tornare, rimanere, diventare o semplicemente essere invitti.

domenica 15 febbraio 2015

RadioBlog 3



Oggi propongo questo classico di Jhonny Cash. Perché? Perché mi va, è il brano adatto a questo momento.
Magari anche voi, come il sottoscritto, a volte avete bisogno di ricavarvi un piccolo spazio tutto vostro, una zona sicura da poter utilizzare anche mentre si è in mezzo ad altre persone.
Per me la musica è anche e soprattutto questo: una stanza mia in mezzo al quotidiano vivere e correre di tutti i giorni.
Si tratta di una sedia confortevole, una poltrona per riposarsi e adatta a tutti i momenti, a patto che tu sappia regolarla come si deve: la melodia giusta al momento giusto, la strofa corretta per quel brusco movimento di emozioni, la ninnananna verso un placido riposare, le percussioni forti quanto il pompare del nostro cuore, la grinta che hai nascosto dentro di te e che si può assecondare fino a farla sorgere e brillare.
La musica è una delle benzine più potenti per quella complicata macchina che è l'essere umano, è uno scudo contro le intemperie e il mantello che ti scalda quando nella vita - e succede - fa troppo freddo.
Nel manifesto di "Ad alta voce", Roberto Roversi dice (e concordo) che con un libro una persona non è mai sola: secondo me, vale lo stesso per la musica.

BlogScreen: Jupiter-Ascending

...o come lo hanno sottotitolato in italiano, "il destino dell'universo". Anche se, spoiler free (dato che lo si capisce dal trailer stesso), al massimo si tratta del destino della Terra.
Ho voluto buttare giù subito la mia recensione perché è una cosa che di solito non faccio (recensire, non scrivere di getto) e che trovo invece si addica bene ad uno spazio personale-barra-pubblico come un blog.
In ogni caso, voglio vergare un mio breve commento a caldo proprio per non ragionarci troppo e perdere così di vista ciò che conta: le sensazioni che ho provato, come l'ho trovato e cosa mi ha lasciato. Sempre e comunque de gustibus, anche perché non ho la pretesa di ergermi ad esperto di cinema o critico di un qualche tipo.
Dunque, il film è... carino, direi, ma niente di più. L'ambientazione è un'accozzaglia di idee -alcune molto buone e originali, altre già viste o/e di scarso impatto (quando non di cattivo gusto)- ma è ben amalgamata e lo scheletro su cui si erge è solido ed avvincente. Meno valido il pretesto per la storia, anche se la trama non arriva mai ad essere completamente scadente, al massimo prevedibile. Belle certe scene, certe fotografie, certi momenti di ampio respiro visivo... ma nulla di veramente significativo. Nessun impatto che lasci il segno, che ti lasci un pezzo di storia impresso nella retina e nella memoria per gli istanti successivi al suo passaggio sullo schermo.
Alcuni personaggi sono un po' piatti, quasi tutti stereotipati, ma per il resto si lascia guardare.
Le scene di battaglia sono abbastanza lunghe, forse troppo, eppure rimangono godibili (io ne avrei sacrificate alcune per dare più spazio alle spiegazioni sull'ambientazione, ma non mi sono comunque annoiato).
Alla fine dei conti, se si passa sopra all'abuso di transizioni un po' rapide tra una scena e l'altra e all'illustrazione dell'ambientazione un po' frettolosa, il film rimane accattivante.
Me lo sono guardato tutto con piacere: non fischietteró le sue musiche, né cercherò siti dedicati o pagine ufficiali per approfondire quel misto di sci-fi e fantasy che Jupiter propone - un po' arrogante, un po' sicuro di sé - ma di certo posso dire di essermi divertito. È comunque un mondo in più, scaturito dalla fantasia di qualcun altro (e che qualcuno, i fratelli Wachowski!), quindi ben venga!
Non ho sprecato soldi del biglietto o tempo, stasera. Non consiglio ad altri di andare a vederlo, ma neppure lo sconsiglio, perché anche se non è un capolavoro, la serata te la fa passare e un po' di ispirazione per le tue storie, i tuoi racconti e la tua immaginazione te la regala comunque.
Già questo, per me, significa abbastanza.

venerdì 13 febbraio 2015

La compensazione tra vantaggi e svantaggi nei viaggi in treno

Sembra quasi il titolo di un trattato, ma si tratta solamente di una riflessione di questa mattina, sviluppata nell'arco delle ultime settimane sulla base di anni di esperienza. Insomma, un pensiero da poco che mi potevo risparmiare, come metà della roba che scriviamo sui curriculum prima di spedirli. Spero che almeno sia più utile.
Il fatto è che, come moltissimi altri, io sono costretto a utilizzare gran parte del mio tempo per viaggiare in treno. Sì, insomma, da anni sono uno dei tanti pendolari d'Italia e del mondo (e dell'Universo, questo e quelli paralleli): persone impegnate a raggiungere luoghi di studio o lavoro e costretti come sardine all'interno di scatole metalliche sferraglianti. Detto così, fra l'altro, suona persino meglio di come sia.
Ad ogni modo, ho scritto "utilizzare" e non "sprecare" per una ragione specifica. Tolti quegli individui che asseriscono di gradire il viaggio quotidiano in treno (quelli che non si ricredono in fretta, ne converrete, sono una piccola minoranza), la maggior parte dei pendolari preferirebbe combattere contro un orso polare a mani nude una volta al mese piuttosto che essere costretto agli spazi, agli orari (ritardi compresi) ed ai rumori del treno: tuttavia, è sempre possibile cercare di impiegare il tempo che andrebbe altrimenti davvero perso facendo qualcosa di fruttuoso. Non ho la pretesa di dare suggerimenti realmente utili (dopotutto, durante il viaggio scrivo sul blog), ma chissà che non vi butti lì lo spunto per un'idea. Magari finite per fare qualcosa di produttivo al punto da guadagnarci persino economicamente... che non è lo scopo di questa riflessione, ma nel caso mi accontento del 20%.

-scrivere: beh, era naturale iniziassi da questa. Basta poco, un taccuino, una penna e via di fantasia. Si possono appuntare spunti per riflessioni, linee guida per una ricerca, qualche frase ad effetto, veri e propri pezzi di racconti o persino romanzi (tutti d'un fiato, alé!). Addirittura -e so che sembra incredibile- scrivere in un blog!
Quello che preferisco fare io è lavorare alle mie ambientazioni, al contorno in cui prende vita il mondo di turno. Non mi concentro tanto sui personaggi (anche se non di rado approfitto del viaggio per crearne di nuovi), ma su ciò che potrebbero incontrare durante i loro viaggi, il loro "vivere" la storia. Ciò è valido per il fantasy e lo sci-fi più di altri, ma si potrebbe tranquillamente spendere il proprio tempo per descrivere ciò che c'è dentro una bottega anche se si stesse scrivendo un romanzo di formazione: tutto aiuta a capire più in fretta con cosa andranno ad interagire i nostri protagonisti.
-Ascoltare musica: va bene, va bene, questa è troppo facile, ma non potevo lasciarla fuori dall'elenco. A parte il fatto che quest'attività può essere portata avanti contemporaneamente ad alcune altre scritte qua sopra e qua sotto (e qui e quo), la musica aiuta ad appacificarsi, esalta le emozioni, coglie la nostra inclinazione del momento e la incalza. Inoltre è una delle più grandi fonti di ispirazione, l'alimento principe della fantasia.
È... vabbè, basta così!
-Disegnare: si tratta di un'attività più complessa di altre, al di là della propria capacità. Il treno vibra parecchio, stare in piedi non aiuta e gli spazi sono quelli che sono (a volte concedono giusto il minimo per respirare), ma è sempre possibile buttare giù qualche schizzo, qualche idea che deve ancora prendere forma: come sopra, basta una penna, un taccuino e via!
-esercitare superpoteri (giusto per non dare al post un taglio troppo serio, sia mai!).
-programmarsi la giornata: a volte si può fare il punto sui nostri impegni e riorganizzare la propria agenda, giusto per assicurarsi di non dimenticare nulla!
-lavorare: con un PC portatile è pure più facile riuscirci, in certi casi (dipende dal lavoro), ma se si devono fare chiamate di routine oppure se si deve organizzare il proprio piano d'azione, potrebbe essere un ottimo momento per farlo in tutta calma... poi beh, si può fare pure in ufficio, eh!
-studiare: come sopra, potrebbe essere un buon momento per buttarsi sui libri e le lezioni e ripassarle, impararle e ripeterle mentalmente. Meno da fare dopo, no?
-leggere: ...il mio blog. Scherzi a parte, dato che questo lo state già facendo, potrebbe essere un ottimo momento per buttarsi su qualche nuovo libro. Il trasporto di un volume o di un e-reader magari è scomodo, ma spesso ne vale la pena, perché in viaggio si legge bene: ci si estranea per un po' dalla realtà da pendolari e ci si catapulta altrove, ricaricando le batterie in vista o dopo la giornata di studio/lavoro.
-social: beh, diciamo che si potrebbe parlare di cazzeggiare, ma in fondo lo facciamo tutti (chi ci lavora rientra nella categoria più su). Se vi piace aggiornare pagine FB, scrivere su g+, twittare messaggi o caricare foto su Instagram e simili, beh, il viaggio in treno è un ottimo momento per curare i vostri profili!
-videogiocare: ok, serve una console portatile o un'app sullo smartphone o sul tablet, ma è di certo un'attività diffusa e piuttosto rilassante, oppure impegnativa ma appagante. Io, dico la verità, una partita a Zelda o a un GDR la faccio più che volentieri pure in treno!

Beh, per ora l'elenco termina qui.
Certo, questo discorso è valido per il treno, quindi di per sé è un caso circoscritto ad un certo numero di pendolari. Inoltre, ovviamente, c'è chi viaggia per più e chi per meno tempo al giorno, ma a queste due critiche vorrei rispondere con due importanti constatazioni che forse avrei dovuto mettere in premessa: "non prendiamoci troppo sul serio, era solo una riflessione perché non sapevo che fare sul treno" e l'ancora più importante "chissenefrega"!
Come sempre scherzo (solo in parte).

Se vi vengono in mente altre attività fattibili durante i viaggi in treno, scrivetele pure in risposta! 

martedì 10 febbraio 2015

Una poesia in più

Oggi voglio provare a pubblicare una poesia. Credo lo farò ancora, in futuro.
Non saprei dire se valga lo sforzo di leggerla, ma di certo è valso per me quello di scriverla.

Non è un bel giorno per sorridere,
Ma lo farò lo stesso.
Ho visto le tue lacrime
E so che erano per me.
Eppure non son necessarie, davvero.
Il sole brilla tra legacci candidi,
Il vento soffia anche oggi.
Hai mai guardato la sera scendere?
Io adoro la sfumatura che lascia:
Sembra un sentimento dipinto al volo.

Non è un bel giorno per sorridere,
Perché ho scoperto le tue paure
E non so porvi più rimedio,
Ma non smetterò di farlo.
Anche in mezzo alla tempesta
Io ci auguro il sereno
E contro ogni pronostico,
Aspetto il fresco dietro la pioggia,
L'albeggiare di bei colori
Ed il rimedio contro il sospiro.

Non è un bel giorno per sorridere
E non ti chiederei di farlo comunque.
Ma afferrati il mento tra le dita,
Con indice e pollice riportalo in strada,
Lascia che gli occhi si appannino pure,
Sembra folle, se necessario,
Purché accetti il rimedio che offro.
È poca cosa ora, ma ti salverà:
Quando la notte verrà di giorno,
Ogni sorriso illuminerà la via.

Non è un bel momento per sorridere,
Eppure oggi val la pena farlo.
Per me è più facile, perché lo so,
La sera peggiore non scende per me.
Ma tu ricorda che si sorride meglio,
Quando vorrebbero vederci giù,
Quando si è già pianto tanto,
Quando si ha perso la speranza.
Quando vado via per sempre
E non svuoto per bene la stanza.

Non è un bel momento per sorridere,
Eppure sai, non c'è momento migliore.

Chi non muore...

...si rivede, anzi, riscrive!
Per fortuna, per ora ho un lavoro a tempo pieno (non c'è bisogno sottolineare quanto sia una situazione privilegiata, oggigiorno, anche se questa consapevolezza porta dietro un retrogusto decisamente amaro) e ne consegue che 8/9 ore le passo quotidianamente in ufficio. Tocca quindi sfruttare il tempo libero nel week end, quello dei viaggi in treno e quel poco che avanza alla sera per portare avanti romanzi, racconti ed ogni altro genere di passatempo ludico, artistico o creativo.
Mi ci è voluto più tempo del previsto per prendere la risoluzione a tornare su questo spazio telematico. Onestamente, non sono sicuro di poter garantire una pubblicazione assidua di contenuti, ma mi ci impegnerò. Per ora, prendiamo le cose come vengono senza fare troppi programmi: cercherò di usare il blog in modo più semplice, senza abbandonare i vecchi progetti, ma raccontandovi anche degli altri miei racconti o work in progress. Insomma, lo sfrutteró come una sorta di "diario di bordo", fregandomene del fatto che per una simile funzione i social network rappresentino uno strumento più adeguato (anzi, userò pure quelli in una sinergia di pubblicazioni)!
Sì, insomma, il fine ultimo di questo spazio è presentarvi i mondi in più che affollano la mia fantasia: non ho la pretesa che vi interessino, ma se vi andasse di fare un salto, io sono di nuovo qui!
Ah, post scriptum: scrivendo talvolta dal cellulare (viaggi in treno, ricordate?), è possibile che i miei messaggi siano pieni di refusi ed errori vari.
Naturalmente si tratta di una becera scusa, ma voi fate finta che sia vero!