giovedì 11 febbraio 2016

L'importanza delle liste (e qualche informazione di servizio)

Sebbene a corto di tempo – poiché, come tutti, continuo a fare i conti con gli impegni improrogabili (di lavoro e di contorno), progetti creativi e scadenze varie – voglio mantenere l'obiettivo di pubblicare qualcosa sul Blog con una cadenza accettabile, o quantomeno non troppo dilatata: diciamo settimanale, al massimo ogni decade.
Per riuscire nell'intento, come mi ero ripromesso non troppi post addietro, non si tratterà ogni volta di lunghi articoli, ma potranno trovare spazio anche brevi riflessioni, poesie o stralci di racconto. Questa soluzione, fra le altre cose, è una delle principali critiche costruttive che mi sono state rivolte... che non si dica che non ascolto i miei lettori, dunque (e qui ci starebbe bene un'emoticon che fa la linguaccia, se non fosse che sto cercando di mantenere un tono abbastanza formale)!

Bene, chiarita la premessa, passo dunque (molto coerentemente, se mi è concesso) al pensiero di oggi: l'importanza, nella vita di tutti i giorni, delle “liste”. Non quelle della spesa, sia ben inteso – anche se non si tratterebbe di un esempio poi così lontano dai ragionamenti che sto per riassumere – quanto delle cosiddette “To Do List” che impazzano oggigiorno sotto forma di software negli app-store, ma che io (e chissà quanti prima di me) utilizzavo sin da bambino, quando il mio tempo libero era tanto abbondante che le cose da fare non avevano bisogno di rientrare all'interno di attente programmazioni.
Non soffro certo di un patologico difetto dell'attenzione, ma a volte anch'io, come molti altri, fatico a trovare la giusta concentrazione. Quando non è la stanchezza a mettere i bastoni fra le ruote, ci pensa la vulcanicità di idee e progetti a complicarmi la vita. Il mio più grande pregio (uno di quelli che mi riconosco senza troppo imbarazzo) rappresenta assieme anche il mio peggior difetto, perché spesso si accavallano troppi impegni, doveri e attività varie.
Ciò che ne risulta, naturalmente, è quasi sempre una difficile selezione all'ultimo secondo, dove ciò che è legato alla sfera del lavoro, della casa e della famiglia ritaglia già tutto lo spazio disponibile, lasciando pochi ed insufficienti rimasugli per poter realizzare e concretizzare il resto dei propositi. Spesso, questa situazione porta a trascurare le proprie passioni e, quasi sempre, risulta evidente come ciò sia dovuto a una cattiva gestione del proprio tempo.



A voi non succede mai di perdervi in vaghe consultazioni delle proprie bacheche sui social-network, o di rimanere più a lungo del dovuto a scorrere canali e video su youtube? No? Beh, a me sì. Talvolta non si tratta neppure di questo, ma semplicemente si portano avanti troppi progetti contemporaneamente, col risultato che nessuno di essi giunge a concretizzarsi (o quantomeno, lo fa in tempi molto, molto dilatati).

Come risolvere questo problema? Beh, io credo che a questo punto le persone si dividano in due categorie: quelle capaci di organizzarsi in modo naturale, senza troppi artifici, quasi la schematizzazione fosse una loro seconda natura, un istinto... e poi quelli come me, che si avvalgono di liste. Fogli su fogli, digitali o meno, con su scritti gli impegni quotidiani e le attività a cui ancora ci si deve dedicare. Non una semplice agenda, né un memorandum per la quotidianità. Si tratta di uno stratagemma catartico, per come la vedo io, che ci libera dal peggiore dei fattori di distrazione: il pensiero di ciò che rimane da fare.
Già, perché pensando sempre e solo in prospettiva (e come persona vagamente paranoica – un difetto che, ancora una volta, mi riconosco senza troppi problemi – non conosco altra forma mentis) si finisce per non concentrarsi con tutta la propria energia, la propria forza intuitiva e capacità di analisi sulle attività che si stanno svolgendo.
Per me, scrivere una lista è come una liberazione: un cassetto mnemonico visibile e tangibile, dove riporre momentaneamente ogni preoccupazione, ogni “farò”. Tutto cambia, quando si crea una “To Do List” e suggerisco la terapia ad ogni lettore che si riconosca un poco nei discorsi appena fatti.

Poi, per carità, non esiste un rimedio assoluto alle ansie della vita, ma non era una panacea contro lo stress e il quotidiano male di vivere che mi ero riproposto di offrirvi.
La vita si semplifica, però, questo sì. È un po' come l'esercizio dell'occhio sul foglio bianco, avete presente? Quello in cui, ipotizzando di dover fissare un foglio bianco senza riferimenti, oppure pieno di segni grafici, si scopre che lo sguardo vaga senza sosta per tutto il campo. Posto un punto al suo centro e sgombrato ogni altro tratto, però, la vista si focalizza su di esso soltanto.
Beh, fare una lista, per me, significa in fondo questo: liberare il proprio foglio da tutti i tratti distraenti, lasciando solo un obiettivo da raggiungere per volta.