Sebbene a
corto di tempo – poiché, come tutti, continuo a fare i conti con
gli impegni improrogabili (di lavoro e di contorno), progetti
creativi e scadenze varie – voglio mantenere l'obiettivo di
pubblicare qualcosa sul Blog con una cadenza accettabile, o
quantomeno non troppo dilatata: diciamo settimanale, al massimo ogni
decade.
Per riuscire
nell'intento, come mi ero ripromesso non troppi post addietro, non si
tratterà ogni volta di lunghi articoli, ma potranno trovare spazio
anche brevi riflessioni, poesie o stralci di racconto. Questa
soluzione, fra le altre cose, è una delle principali critiche
costruttive che mi sono state rivolte... che non si dica che non
ascolto i miei lettori, dunque (e qui ci starebbe bene un'emoticon
che fa la linguaccia, se non fosse che sto cercando di mantenere un
tono abbastanza formale)!
Bene,
chiarita la premessa, passo dunque (molto coerentemente, se mi è
concesso) al pensiero di oggi: l'importanza, nella vita di tutti i
giorni, delle “liste”. Non quelle della spesa, sia ben inteso –
anche se non si tratterebbe di un esempio poi così lontano dai
ragionamenti che sto per riassumere – quanto delle cosiddette “To
Do List” che impazzano oggigiorno sotto forma di software negli
app-store, ma che io (e chissà quanti prima di me) utilizzavo sin da
bambino, quando il mio tempo libero era tanto abbondante che le cose
da fare non avevano bisogno di rientrare all'interno di attente
programmazioni.
Non soffro
certo di un patologico difetto dell'attenzione, ma a volte anch'io,
come molti altri, fatico a trovare la giusta concentrazione. Quando
non è la stanchezza a mettere i bastoni fra le ruote, ci pensa la
vulcanicità di idee e progetti a complicarmi la vita. Il mio più
grande pregio (uno di quelli che mi riconosco senza troppo imbarazzo)
rappresenta assieme anche il mio peggior difetto, perché spesso si
accavallano troppi impegni, doveri e attività varie.
Ciò che ne
risulta, naturalmente, è quasi sempre una difficile selezione
all'ultimo secondo, dove ciò che è legato alla sfera del lavoro,
della casa e della famiglia ritaglia già tutto lo spazio
disponibile, lasciando pochi ed insufficienti rimasugli per poter
realizzare e concretizzare il resto dei propositi. Spesso, questa
situazione porta a trascurare le proprie passioni e, quasi sempre,
risulta evidente come ciò sia dovuto a una cattiva gestione del
proprio tempo.
A voi non
succede mai di perdervi in vaghe consultazioni delle proprie bacheche
sui social-network, o di rimanere più a lungo del dovuto a scorrere
canali e video su youtube? No? Beh, a me sì. Talvolta non si tratta
neppure di questo, ma semplicemente si portano avanti troppi progetti
contemporaneamente, col risultato che nessuno di essi giunge a
concretizzarsi (o quantomeno, lo fa in tempi molto, molto dilatati).
Come
risolvere questo problema? Beh, io credo che a questo punto le
persone si dividano in due categorie: quelle capaci di organizzarsi
in modo naturale, senza troppi artifici, quasi la schematizzazione
fosse una loro seconda natura, un istinto... e poi quelli come me,
che si avvalgono di liste. Fogli su fogli, digitali o meno, con su
scritti gli impegni quotidiani e le attività a cui ancora ci si deve
dedicare. Non una semplice agenda, né un memorandum per la
quotidianità. Si tratta di uno stratagemma catartico, per come la
vedo io, che ci libera dal peggiore dei fattori di distrazione: il
pensiero di ciò che rimane da fare.
Già, perché
pensando sempre e solo in prospettiva (e come persona vagamente
paranoica – un difetto che, ancora una volta, mi riconosco senza
troppi problemi – non conosco altra forma mentis) si finisce per
non concentrarsi con tutta la propria energia, la propria forza
intuitiva e capacità di analisi sulle attività che si stanno
svolgendo.
Per me,
scrivere una lista è come una liberazione: un cassetto mnemonico
visibile e tangibile, dove riporre momentaneamente ogni
preoccupazione, ogni “farò”. Tutto cambia, quando si crea una
“To Do List” e suggerisco la terapia ad ogni lettore che si
riconosca un poco nei discorsi appena fatti.
Poi, per
carità, non esiste un rimedio assoluto alle ansie della vita, ma non
era una panacea contro lo stress e il quotidiano male di vivere che
mi ero riproposto di offrirvi.
La vita si
semplifica, però, questo sì. È un po' come l'esercizio dell'occhio
sul foglio bianco, avete presente? Quello in cui, ipotizzando di
dover fissare un foglio bianco senza riferimenti, oppure pieno di
segni grafici, si scopre che lo sguardo vaga senza sosta per tutto il
campo. Posto un punto al suo centro e sgombrato ogni altro tratto,
però, la vista si focalizza su di esso soltanto.
Beh, fare
una lista, per me, significa in fondo questo: liberare il proprio
foglio da tutti i tratti distraenti, lasciando solo un obiettivo da
raggiungere per volta.