domenica 3 aprile 2016

La stanza dell'anima mia

C'è
Un luogo nascosto nell'anima mia;
Non è segreto, non serve una chiave:
Basta bussare per poter entrare.
Solo che serve una via precisa,
Una mappa per l'entrata, ma non per l'uscita.

Lasciare quel mondo non è complicato,
Non ci si fa male, non si rischia niente,
Solo bisogna esser ben coscienti
Che tutto si rompe, tanto è delicato.
C'è fantasia e una gran bellezza,
Ci son cocci ovunque e poi debolezza.

Non è  un posto triste in cui restare,
Ma più di qualcuno l'ha trovato stretto,
Oppure chiassoso, o confusionario;
Per altri era infantile, per alcuni visionario.
Qualcuno ha apprezzato anche i suoi sogni,
Qualcuno li ha pianti, qualcuno li ha risi.

Ma c'è  un abitante, un bambino volgare
Che sente il peso di ogni realtà.
Vorrebbe fuggire da ogni ombra
E dalla rima con cui le racconta:

"C'era una storia, che ormai non c'è più,
C'erano amici, parenti e c'eri anche tu.
C'era un pensiero costante e pieno di vita
C'era la bellezza che sfuggiva tra le dita.
C'era il dolore di una crescita obbligata,
C'erano strani misteri dietro ogni data.
C'era un abisso e un uomo diviso,
C'era un canto magico e c'era il riso.
C'eran dolori mai compresi davvero,
Come il bianco spalmato sul nero.
C'era un pensiero meno contorto,
C'eran amici e una cassa da morto.
Il corpo morto non era il mio,
Ma moriva il mio cuore e forse Dio."

Poi c'è l'adulto, che la rima disdegna,
Dice quel che vuole puntando su altro.
È la fantasia del sentimento che conta,
L'immagine efficace con cui lo si racconta:

"Vivere è un viaggio in canoa,
In una palude, con anime affini,
La barca traballante,
Mentre ti volti di tre quarti
A contemplare la compagnia."

Poi ci sono io, che parlo a metà:
Dell'uno e dell'altro unisco le voci.
La loro magia perciò si compie
Quelle parole volan per la sala,
La stanza vuota dell'anima mia.

Non è un posto segreto, per chi vuol venire,
Ma ci son cocci di sogni, amori perduti,
Fiaccole spente e polvere nera,
Per chi vuol guardare solo l'abisso
E non i sogni che vi danzano sopra.
Ma c'è un adulto, un bambino e ci son io;
Qualche storia sbagliata, una giusta e forse anche Dio.