lunedì 19 ottobre 2015

Estratto "Social", ovvero una riflessione in più

Dati gli apprezzamenti ricevuti sui "social", ripropongo questa mia riflessione sul Blog, nella speranza possa piacere a un pubblico più vasto:

Al di là dell'uso indiscriminato che si fa della punteggiatura e, in particolare, dei punti di sospensione (ahimé, quanti discorsi spezzati ingiustificatamente a metà...), ho visto molti supereroi del testo scritto - presunti tali o veri redentori, non fa differenza - gettarsi a spada tratta nel conflitto sempre agguerrito e vivace della correttezza della lingua italiana. Costoro, armati di ottima favella, si sono battuti strenuamente per ristabilire la non trascurabile importanza del punto e virgola; altri, ancora, hanno duellato in bilico tra l'intensità effettiva del punto esclamativo - addirittura! - e la sfumatura implicita del chissà e del punto interrogativo - come di certo vi sarà capitato di vedere, no?
Tuttavia, se indicare, con la dovuta accuratezza, le pause dettate dalla virgola o l'effetto visivo restituito da interlinee più o meno abbondanti è ormai quasi da considerare un virtuosismo stilistico o persino una questione di soggettività; e se iniziare una frase con una congiunzione in evidenza, prorompente nel suo principiare il periodo, è una tecnica non già banalizzata, ma fatta smontare dal piedistallo della licenza letteraria che un tempo era concessa solamente ai più autorevoli scrittori; e se, infine, disseminare di incisi, virgolette, "trattini" e riflessioni articolate i propri testi è divenuta una pratica frequente nell'era in cui un pensiero cambia nome in post, l'errore grammaticale è solo un refuso, quello sintattico una distrazione e quello ortografico un pasticcio della composizione guidata delle parole; io, che supereroe non sono, oggi rivendico l'importanza del punto. Già, il punto: non due, che pure servono, ma uno. Quello semplice, l'elemento che nella sua incisività, nell'ineluttabilità della sua pausa, pone ordine nello scritto e, così facendo, disciplina la lettura.
Anzi, con la stessa forza di un avverbio o di una congiunzione avversativa, ritratto e aggiungo: ad essere rivendicato, qua, è lo spazio e il tempo dello scritto, la sua forma, la sua struttura e la sua efficacia.
Una riga vuota ha il suo peso, una riflessione isolata un'implicita valenza, ogni punteggiatura il suo ritmo. Ogni parola, poi - e più di tutto - ha un valore proprio e inequivocabile.
Siate cortesi: non riempite i vostri discorsi di puntini e artifici stilistici senza un vero motivo. Non commettete i miei errori (come le ripetizioni di questo esempio, ad esempio, per quanto il significato veicolato sia diverso)!
Quando stanchiamo la lettura, il messaggio, per quanto forte o importante, non passa più.

venerdì 16 ottobre 2015

RadioBlog 8


La riflessione di oggi è banale ed efficace assieme: non mollare mai, non smettere di sognare!
Certi giorni può essere difficile alzarsi dal letto, specialmente sapendo che ci aspetteranno ore di fatica e stress, di lavoro o studio, di ricerche estenuanti e chiamate inconcludenti. Tuttavia, stringere i denti e lottare per quello che si vuole, un passo alla volta, un obiettivo alla volta, è la chiave per il raggiungimento della felicità. Cliché? Sicuro, ma questo non lo rende meno vero.

In nota, un piccolo chiarimento: le recensioni di film e telefilm fatte per bocca dei protagonisti sono, in effetti, molto più vicine a dei disclaimer, delle pubblicità del prodotto che a vere e proprie sinossi della trama ed enunciazioni di pregi e difetti. Tranquilli, me ne rendo conto. Spero, però, che raggiungano lo stesso il loro scopo: farvi divertire e, magari, convincervi a guardare qualcosa che io ho apprezzato! ;)

mercoledì 14 ottobre 2015

BlogScreen: Supernatural





Oh, ehi! Dico a te, che mi stai leggendo, fermati un secondo! Ci sei? Mi ascolti?
Dico, mi ascolti? Andiamo, brutto coglione!
Ooooh, finalmente! Eccoti qua!

Dunque, scusa per prima, ma dovevo attirare la tua attenzione. Dunque, è un cavolo di piacere conoscerti, sul serio, ma in realtà non ho molto tempo per scriverti. Già, perché sono rimasto incastrato in un bel casino e non è che abbia tutte queste ore per spiegarmi. Sturati le orecchie, dunque, e preparati, perché quello che ti dirò sarà difficile da digerire: sto per raccontarti come stanno le cose veramente e tu devi fare lo sforzo più grande che ti sarà mai chiesto in vita. Credermi.

Mi chiamo Dean Winchester e sono un Cacciatore. Cosa caccio? Beh, di sicuro non il genere di prede che potresti pensare – anche se ogni tanto mi è capitato di avere a che fare con una bestia o due, piuttosta pelosa e decisamente puzzolente.
Il mio campo di investigazione è il soprannaturale e, per quanto possa sembrare assurdo, non ti sto mentendo. Sul serio, ripeti con me: «Io non ti sto mentendo».
No, idiota, tu devi cambiare il soggetto! Sono io che non mento, non me ne frega nulla di quello che dici tu.
Ops.


Se vi capiterà mai di vedere la nostra serie tv (esatto, abbiamo una serie tv! Voi?), questa canzone vi diverrà presto molto familiare. Beh, più di quanto non lo sia già!


Va bene, va bene, scusa, sono stato scortese... è che non è proprio un bel momento questo, per me. Sono rimasto incastrato nel web, per giunta impresso nel font meno accattivante della storia, quindi fammi il favore e sii elastico. Cerchiamo un punto di contatto: ti piacciono gli AC/DC? Sì? No? Non sarai mica una checca isterica come il mio fratellino Sam, vero?
Cavernicolo a me? Come osi? È stato Sam a dirti di dirmelo, idiota?

...oooh, io parlo come mi pare e piace! Non sono andato a Oxford e nemmeno voglio rimediare! Ho visto e fatto cose che tu e i tuoi amici potete solo fantasticare, quindi zitto e impara!
Caccia a lupi mannari! Sì, lupi mannari! Ed esorcismi a demoni e fantasmi! Duelli all'ultimo sangue con mutaforma, bestie antropomorfe, divinità pagane, streghe e maghi di ogni genere e persino sciami di insetti assassini. Esatto, hai capito bene, insetti assassini: perché? Nella tua preziosa enciclopedia di fiducia questa specie non ti torna?
Ah, ti torna.
Vabbé, me ne frego se non ti sembro del tutto a posto, figlio di... no, no, ehi! Aspetta! Dove vai? Buono, buono, non cliccare sulla crocetta rossa, non ridurre a icona, non tornare indietro con le pagine. Lascia perdere Facebook, questo è più importante di Facebook.
Ti piacciono le macchine? Io adoro le macchine, in particolare la mia Impala del '67. A te? Parliamo di questo, di donne e motori?
E invece no, magari. Devi ascoltarmi, ho troppe cose da dirti e tu continui a fare la fighetta e a scaldarti. Sono un agente del FBI, sai? A volte, almeno. Sì, beh, non proprio, naturalmente, ma ho delle patacche da poliziotto niente male e so due o tre cose che neanche Mulder e Scully riuscirebbero ad archiviare tra i loro X-Files.
Ascoltami, quindi: è vero che vado a caccia di creature soprannaturali, ma non sono quel mascalzone psicopatico come avrai sentito dire in giro. La gente non capisce...
Sì, lo so che “così dicono i pazzi”, ma stavolta intendo sul serio. La gente non capisce: c'è molto di più, nel mondo, molte più creature, razze e maledizioni di quante se ne possano immaginare. Il male serpeggia per le città sotto le forme più svariate e spesso è difficile da individuare, da debellare prima che distrugga la vita a qualcuno.
Qua entro in gioco io. Va bene, io e il mio fratellino: con un aiutino sporadico da parte di qualche altro cacciatore, solitamente mettiamo le cose a posto prima che qualcuno si faccia davvero male. Beh, ecco, a volte un po' dopo, ma aiutiamo un sacco di gente a vivere una vita tranquilla e perfetta a scapito della nostra. Cosa intendo dire? Beh, prova tu a viaggiare di stato in stato per gli USA, cambiando identità ogni singola volta, fermandoti solo nei motel per dormire, mangiando qua e là per i fast food di ogni singola contea e lottando contro ciò che la gente comune considera solo fantasia!


Ok, te lo concedo, detto così può sembrare una figata – e in effetti è un'avventura pazzesca – ma ci sono anche ombre, dietro le luci del brivido e del nostro nomadismo. Nessuna stabilità, vivere con Sam, l'impossibilità di creare un legame, vivere con Sam, rischiare di venire uccisi una volta a settimana se ci dice bene... e ho già detto vivere con Sam?
Quindi, cosa voglio da te? Beh, semplice: non so se sia stata una maledizione o l'incanto di una stronza fattucchiera, ma la mia coscienza è finita rinchiusa qua dentro. Sì, esatto, in questo ridicolo spazio multimediale. Ho bisogno di aiuto, devi chiamare una persona per me.

Hai presente quel Sam di cui ti ho parlato?


(Ho copia incollato il messaggio per voi: se sapete come dargli una mano, scrivete pure qua sotto! -Blaze)

lunedì 12 ottobre 2015

RadioBlog 7


Ed eccoci allo spazio consueto per le riflessioni estemporanee! Oggi non ho nessuna voglia di esagerare con la materia cerebrale, anzi, non ho nemmeno voglia di usarla. Non più del minimo sindacale, almeno.
Sono più interessato a voi: come va la vostra vita? Che mi raccontano i miei cari lettori? Cosa fate e quali pensieri vi passano per la testa in questo lunedì autunnale neppure troppo uggioso (almeno qui dove abito io)?
Per voi e per tutti, l'instancabile Tubetto mi ha proposto da solo (nel senso che, coi caricamenti in sequenza dei video, alla fine sembra quasi camminare per conto suo) questo indimenticabile "pezzo": More than a Feeling, dei Boston. E buon inizio di settimana!

Sospensione temporanea BloGame e nuovi post in arrivo!

E rieccomi qua, sulle pagine telematiche di questo Blog! Mi sono preso un po' di tempo prima di tornare a scrivere perché:
  •  Il mio attuale impiego (pur temporaneo) è fuori mano.
  •  Volevo darvi più tempo per rispondere al BloGame, anche se la cosa non è servita ad aumentare la partecipazione...
  •  Sono attualmente preso da altri progetti.
Detto questo, occorre però fare alcune considerazioni e trarre le dovute conclusioni: “La maledizione di Evansel” è un po' bistrattata e la partecipazione al gioco narrativo è esigua (diciamo pure nulla). È chiaro che la colpa non è di nessuno di voi, ma mia, perché non sono riuscito a renderlo abbastanza interessante, oppure non l'ho pubblicizzato a dovere – probabilmente entrambe le cose.
Sia come sia, è giusto prenderne atto, per cui sospendo la pubblicazione dei capitoli fino a data da destinarsi: quando vedrò un po' di voti per la scelta da far fare alla protagonista, allora riprenderò la stesura. Chissà, magari finirò per ritirarla dal web e concluderla in modo canonico, come racconto o romanzo, anziché ostinarmi a proporla in versione BloGame!
Per ora, diamo spazio ad altre tipologie di post, che seguiranno a breve!

Blaze